Presentazione della Coalizione per le competenze digitali

AgID presenta attività, obiettivi e sviluppi futuri della Coalizione per le competenze digitali.

Il 17 settembre 2015  a Roma i membri della Coalizione, provenienti da tutta Italia, si riuniscono per un momento di confronto e riflessione tra le realtà impegnate nello sviluppo di “competenze digitali” sul territorio.

Anche il Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino è presente tra i membri della Coalizione.

Programma dell’evento

agid

 

Report consultazione sul patrimonio informativo pubblico

Report della consultazione pubblica avviata da AgID sulle tipologie di dati da rendere disponibili secondo i principi dell’Open Data

Il 30 novembre 2014 l’AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, ha avviato una consultazione pubblica per definire l’Agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico per il 2015, open data, a partire dalle esigenze di cittadini, professionisti ed imprese. E’ disponibile il report della consultazione. I risultati sono ora in fase di elaborazione da parte dell’Agenzia, che ha nel frattempo avviato la predisposizione del Rapporto di monitoraggio per il riscontro dei data set indicati nell’Agenda 2014.

L’Agenzia ha infatti il compito di promuovere le politiche nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico e di indirizzare le amministrazioni verso un processo di produzione e rilascio dei dati pubblici standardizzato e interoperabile su scala nazionale.

consultazione

Csig Ivrea-Torino ha partecipato con un proprio contributo, nel quale si propone di promuovere, nel pieno rispetto della normativa privacy, il rilascio di alcuni data set in modalità open data, tra i quali i dati sui servizi sanitari erogati, sulla giustizia, sulla formazione, istruzione e occupazione delle donne, sugli immobili delle stazioni ferroviarie dismesse, i dati demografici, sul turismo. Link al contributo integrale di Csig Ivrea-Torino.

Open Government Partnership 2014-2016

Secondo Piano d’azione nazionale Open Government Partnership (OGP) 2014-2016

L’Open  Government  Partnership  (OGP)  è un’iniziativa  multilaterale  dei  Governi  per  la promozione di politiche innovative che rendano le istituzioni pubbliche più aperte e responsabili, realizzando la trasparenza della PA ‐ pubblica amministrazione,  la  lotta  alla  corruzione  e  i principi  della  democrazia  partecipata.  L’OGP  è nata nel 2011 ed è passata da 8 a 64 membri in tre  anni:  i  Governi,  sottoscrivendo  la Dichiarazione  sull’open government,  si impegnano a realizzare gli obiettivi dell’OGP attraverso  alcune  iniziative,  sintetizzate  in  un Piano d’azione, il cui contenuto è stabilito in modo partecipato con  la società civile.

open government

Le azioni di open government  previste nel primo Piano d’azione italiano includevano misure per la  trasparenza,  l’integrità,  la  semplificazione  e politiche  di open data  e a sostegno della collaborazione  e  partecipazione  dei  cittadini all’attuazione delle politiche pubbliche.

Il secondo Piano d’azione OGP è il risultato di un processo di collaborazione e partecipazione che ha  visto  rappresentanti  del  Dipartimento  della funzione  pubblica,  dell’Agenzia  per  l’Italia digitale  (AgID)  e  dell’Autorità  nazionale anticorruzione (A.N.AC.), confrontarsi e lavorare con rappresentanti del la società civile per l’elaborazione e la stesura del documento. Rappresentanti  della  società civile e delle PA hanno raccolto idee, opinioni, suggerimenti ed individuato criticità nelle aree considerate.  Le  aree  tematiche  su  cui  si  è sviluppata  la  discussione  sono:  partecipazione; trasparenzainnovazione  tecnologica integrità ed accountability.
Una bozza del Piano è stata pubblicata on line ed è stata attivata una consultazione pubblica al fine  di  ricevere  un feedback  da parte degli stakeholder della  PA  attraverso  il  portale Partecipa!. La consultazione si è svolta dal 4 al 21 novembre 2014 e ha visto la partecipazione di 40 utenti che hanno espresso 174 voti e 60 commenti.

Csig Ivrea Torino ha partecipato alla consultazione con i seguenti contributi del presidente Avv. Mauro Alovisio e della Dott.ssa Paola Chiesa:consultazione

– appurato che non sono risultate efficaci scadenze e ipotesi di sanzioni, occorre cambiare tattica e e strategia: proporre riduzioni fiscali ed incentivi per i comuni che rilasciano dati open data, possibilità di attivare borse di studio e convenzioni con Centri di ricerca e pubblicare on line i dati connessi ai servizi erogati e puntare al settore turistico e culturale per i quali saranno pianificati finanziamenti europei;
– prevedere un raccordo sinergico fra le varie iniziative di rilascio dei dati a livello dei Comuni con il coinvolgimento dell’Anci al fine di evitare frammentazioni, dispersione di risorse, ridondanze e duplicazioni;

– prevedere l’obbligo di pubblicare on line la cassetta degli attrezzi open data (iter, linee guida, policy, valutazione di impatto privacy, licenze) per il rilascio dei dati ai fini di promuovere la replicabilità delle best practice;

– prevedere la normalizzazione tecnica e l’armonizzazione funzionale di tutti i dati rilasciati dalle PA;

– prevedere l’istituzione di un “numero verde open data” a supporto di aziende e cittadini, per la segnalazione di reiterate inefficienze tecniche e/o funzionali riscontrate sui portali open data;

– attivare forme di consultazione on line e di ingaggio con la popolazione (anche sui social media) al fine di individuare i data set da pubblicare on line;

– prevedere all’interno delle organizzazioni l’obbligo di organizzare la giornata della trasparenza aperta alla cittadinanza, imprese e associazioni, altri enti pubblici con una specifica sessione sugli open data; illustrare le linee guida e policy in materia ed il rilascio dei dati con relativa pubblicazione on line dei report di sintesi e video con relativo form di commenti;

-promuovere concorsi di idee sugli open data nelle scuole;

– attivare partnership e convenzioni con le università e centri di ricerca.

A questo link si può trovare il secondo Piano d’azione OGP nazionale che è stato pubblicato nel dicembre 2014.

 

Contributo Csig alla consultazione sulla crescita digitale

Contributo Csig Ivrea-Torino al Piano AgID “Crescita digitale”

La Presidenza del Consiglio, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia Digitale e all’Agenzia per la Coesione, ha predisposto i piani «Piano nazionale Banda Ultra Larga» e « Crescita Digitale» per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale, nell’ambito dell’Accordo di Partenariato 2014-2020.

digitaleLa consultazione pubblica si è conclusa il 20 dicembre 2014.

Csig Ivrea-Torino ha partecipato nelle persone del Presidente, Avv. Mauro Alovisio, e della Dott.ssa Paola Chiesa, con particolare focus sulle azioni infrastrutturali trasversali (patrimonio ICT, data center e cloud), sugli open data, sulla sanità digitale e sui programmi di accelerazione.

E’ disponibile il report della consultazione, comprensivo dei dati sulla partecipazione, delle statistiche relative ai commenti, dei testi e commenti della consultazione.

In data 31 dicembre 2014 si è poi conclusa la consultazione AgID in materia di open data, alla quale Csig Ivrea-Torino ha partecipato insieme a APIHM, Associazione Privacy and Information Healthcare Manager, sottolinenado l’opportunità di promuovere, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, il rilascio di determinate categorie di data set pubblici in modalità open data.

Il testo del contributo inviato è disponibile a questo link.

 

Codice Amministrazione Digitale-CAD

Il CAD e il software open source
Dal giorno 12/08/2012 è entrato in vigore il nuovo articolo 68 del Codice  di Amministrazione Digitale modificato dal governo Monti che fa si che il software libero diventi la norma nella Pubblica Amministrazione:
Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilita’ di accedere a soluzioni open source o gia’ sviluppate all’interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, e’ consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma e’ effettuata secondo le modalita’ e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresi’ parere circa il loro rispetto.
Dunque solo nel caso sia impossibile utilizzare del software libero le Pubbliche Amministrazioni sono autorizzate ad usare soluzioni proprietarie. Questo è un grande passo in avanti non solo dal punto di vista etico ma anche dal punto di vista economico visto che nella maggior parte dei casi il software libero è anche gratuito, oppure comporta costi di licenza e manutenzione con un rapporto qualità/prezzo più vantaggioso.
CAD – Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82

Testo vigente al 12/08/2012

Testo redatto al solo fine di facilitare la lettura del Codice dell’amministrazione digitale a seguito delle modifiche ed integrazioni introdotte dal decreto-legge 22 giugno 2012 n. 83 e 6 luglio 2012 n 95 (convertiti con modificazioni, rispettivamente, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134 e L. 7 agosto 2012, n. 135).

Articolo 68

Analisi comparativa delle soluzioni.
1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;
b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione;
c) software libero o a codice sorgente aperto; 
d) software combinazione delle precedenti soluzioni.
Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilità di accedere a soluzioni open source o già sviluppate all’interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, è consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma è effettuata secondo le modalità e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresì parere circa il loro rispetto.(191)