Wireless Community Networks

Reti di libertà. Wireless Community Networks: un’analisi interdisciplinare a cura di Roberto Caso e Federica Giovanella

Il volume, che rientra nella collana dei Quaderni della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, raccoglie i risultati di una ricerca interdisciplinare in tema di Wireless Community Networks (WCNs). Le WCNs sono reti wireless basate su tecnologie di frontiera (le wireless mesh networks), territoriali, senza infrastruttura centralizzata, gestite da comunità locali.

Wireless Community Networks

Le WCNs sono un fenomeno relativamente recente, che sta emergendo in numerosi paesi nel mondo. La cooperazione fra membri di una comunità, finalizzata alla condivisione di informazioni e contenuti, si estrinseca in una rete wireless generata dall’installazione di nodi sui tetti di edifici. Il tipo di tecnologia alla base di queste reti permette che esse non debbano essere programmate nella loro estensione e possano essere allargate semplicemente aggiungendo un nuovo nodo. Le WCNs costituiscono forme di aggregazione sociale, all’interno delle quali gli utenti sono compartecipi di principi e idee, secondo le logiche dei movimenti «open» di condivisione dell’informazione e della conoscenza.

Libro in Open Access scaricabile gratuitamente dall’archivio Unitn-eprints Research con Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Italia License

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Italia Connessa: Agende Digitali Regionali

Terza edizione di “Italia Connessa: Agende Digitali Regionali”

La terza edizione di “Italia Connessa – Agende Digitali Regionali” intende fornire una fotografia dell’attuazione dell’Agenda Digitale Europea a livello locale, a partire dall’analisi dello stato dell’arte della pianificazione e delle risorse finanziarie per l’ICT, a livello europeo, nazionale e regionale.

agende digitali

Nel documento si approfondiscono i Key Performance Indicator (KPI) più significativi su dati regionali, ICT e Innovazione, compresi quelli della Digital Agenda, cercando di coprire un vasto campo di osservazione, dall’innovazione alla dotazione infrastrutturale, dalla digitalizzazione della PA alla diffusione delle dotazioni ICT e dei servizi digitali presso le famiglie e le imprese.

Gli obiettivi prioritari toccano tutti gli ambiti dell’economia digitale, non soltanto quelli infrastrutturali, con particolare riguardo alle tematiche dell’utilizzo dell’ICT nella vita quotidiana. Entro il 2015, i Paesi europei sono chiamati a realizzare tutti gli obiettivi connessi con la diffusione di Internet e l’utilizzo dei servizi in rete.

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Giornata europea della protezione dei dati personali

“Il pianeta connesso. La nuova dimensione della privacy”. Giornata europea 2015 della protezione dei dati personali

28 gennaio 2015 Roma, convegno su habitat digitale, Internet delle cose e tecnologie indossabili.

Link al programma e al video del convegno.

E’ intervenuto in apertura dei lavori il Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro.

Relatori, oltre ai componenti dell’Autorità garante per la privacy (Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici, Licia Califano): Juan Carlos De Martin (Politecnico di Torino); Antonio Spadaro (“Civiltà Cattolica”); Luca De Biase (“Il Sole 24 Ore”); Roberto Baldoni (Università di Roma “La Sapienza”); Massimo Russo (“Wired Italia”); Lella Mazzoli (Università di Urbino “Carlo Bo”); Giovanni Boccia Artieri (Università di Urbino “Carlo Bo”); Andrea Granelli (“Kanso”); Federico Maggi (Politecnico di Milano).

Tema del convegno, come difendere i diritti delle persone nella nuova dimensione dell’Infosfera, un habitat popolato di dati, informazioni, esperienze condivise, nuovi strumenti di conoscenza; quali scenari sociali ed economici determina l'”Internet delle cose“, cioè il mondo degli oggetti connessi; quali sfide pone alla protezione dei dati personali il crescente sviluppo delle tecnologie indossabili, dagli orologi intelligenti ai nuovi visori a realtà aumentata. privacy

Dal 2007 si celebra in Europa la Giornata della protezione dei dati, un’iniziativa promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione Ue e di tutte le Autorità europee per la protezione dei dati personali.

Obiettivo della Giornata europea è quello di sensibilizzare i cittadini sui diritti legati alla tutela della riservatezza, della dignità della persona e delle libertà fondamentali.

Social media policy e PA locali

 Focus sulla diffusione delle social media policy nelle PA locali italiane

Le PA non hanno l’obbligo giuridico di essere presenti sui media sociali ma è importante e strategico aprire e gestire uno spazio social media in quanto cittadini, imprese, associazioni, fruitori e destinatari dei servizi pubblici impiegano tali strumenti quotidianamente per condividere informazioni, notizie, eventi, commenti, fotografie e video.

Da un’idea dello studioso Dott. Giovanni Arata, fellow del Centro Nexa è nato il presente contributo, frutto di studio e riflessioni complementari dell’Avv. Mauro Alovisio fellow del Centro Nexa e della Dott.ssa Paola Chiesa del Centro Studi di Informatica giuridica di Ivrea-Torino, che illustra con un taglio operativo perché le pubbliche amministrazioni dovrebbero investire tempo e risorse negli spazi social media in un periodo di crisi economica e di tagli; quali sono i vantaggi e le ripercussioni positivi sulla vita dei cittadini e imprese e per la PA stessa; quali sono i vantaggi di una presenza ragionata e presidiata.

socialmedia

Tale studio si propone un duplice obiettivo: da un lato punta ad offrire un’analisi qualitativa e quantitativa riguardo l’impiego delle social media policy (SMP) negli enti locali italiani, evidenziando il grado e le modalità di adozione di tali strumenti da parte di Comuni, Province, Regioni; dall’altro mira ad offrire suggerimenti pratici riguardo alle modalità consigliabili per la progettazione, la stesura e l’aggiornamento delle social media policy (SMP).

Come si comportano attualmente le PA locali italiane a livello di Social Media Policy? Quante di esse ne sono dotate? Quali sono gli aspetti principali trattati all’interno dei documenti? Quali quelli trascurati?
Quali sono i passaggi culturali e organizzativi per un uso consapevole e proficuo degli strumenti social media? Perché è necessario scrivere le regole del gioco, delle social media policy?
Quali sono gli errori da non commettere? Quali sono le buoni prassi da adottare?

socialmedia policy

Il testo è ripartibile in tre parti.
Nella prima si discutono le ragioni di opportunità rispetto all’adozione di social media policy nelle PA locali. La seconda parte è dedicata alla ricognizione della situazione esistente, con l’analisi puntuale dei numeri e delle peculiarità d’impiego delle SMP da parte di Comuni, Province e Regioni. La terza ed ultima parte offre suggerimenti ed indicazioni a coloro che intendano progettare, redigere o aggiornare le SMP in contesti di PA locale.

Il testo integrale del documento è disponibile sia sul sito http://www.amministrativo.it/smp che al seguente link.

 

 

 

Lectio magistralis Prof. Angelo Raffaele Meo

Lectio magistralis del Prof. Angelo Raffaele Meo al Politecnico di Torino

“Più di cinquant’anni di storia di un grande amore”

Lunedì 26 gennaio 2015, ore 11-13
Politecnico di Torino
Dipartimento di Automatica e Informatica
Corso Castelfidardo 34 – Torino, Sala Riunioni, 5° piano
Ingresso libero

“La storia personale di un grande amore – l’informatica – raccontata insieme a una storia nazionale, ben più importante, ma molto triste per ignoranza, illusioni e tradimenti”.

informatica

Angelo Raffaele Meo è professore emerito di Informatica presso il Politecnico di Torino, dove iniziò a insegnare nel 1970. Il prof. Meo ha coordinato numerosi progetti di ricerca nazionali, accademici e industriali, in ambito informatico. E’ stato direttore del Centro per l’Elaborazione Numerale dei Segnali (CENS) del CNR, direttore del “Progetto Finalizzato Informatica” (1979-1985) e direttore scientifico del Centro di Supercalcolo Piemonte (CSP, 1991-1996). Nel 2002 è stato chiamato a presiedere da Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, una Commissione con il compito di promuovere l’open source nella Pubblica Amministrazione italiana, incarico che ha poi di nuovo ricoperto nel 2007 per conto di Luigi Nicolais, Ministro per le Innovazioni e le Riforme nella Pubblica Amministrazione. Il prof. Meo è stato il presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino (2006-2009). E’ autore di più di cento articoli scientifici sulla teoria di commutazione, progettazione hardware, elaborazione dei segnali, analisi e sintesi vocale e riconoscimento di ‘pattern’. Il Prof. Meo è membro del Comitato dei Garanti del Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino.

Dettagli evento

Piano di informatizzazione dei servizi PA a cittadini e imprese

Dal 18 febbraio 2015 sanzioni in arrivo per le PA che non avranno approvato il Piano di informatizzazione

Il D.L. 24 giugno 2014 n. 90, convertito con Legge 11 agosto 2014 n.114, imprime una notevole accelerazione al processo di semplificazione amministrativa. In particolare l’art. 24 prevede entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione, che le PA provvedano all’approvazione di un Piano di informatizzazione delle procedure per la presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni online. Le procedure dovranno consentire il completamento dell’iter, il tracciamento dell’istanza con individuazione del responsabile del procedimento e l’indicazione dei termini entro i quali il richiedente ha diritto ad ottenere una risposta (“servizi di rete” ex art. 63 del CAD).

freccia

Il Piano di informatizzazione dei servizi è un’opportunità per ridisegnare in modo organico i processi amministrativi ed organizzativi, conseguendo in tal modo la riduzione degli adempimenti, dei tempi procedimentali e degli oneri per l’amministrazione, per i cittadini e le imprese.
E’ una norma che produrrà notevoli impatti sulle strutture organizzative e sui processi di lavoro.

Si tratta di una disposizione molto innovativa che implica un’attività complessa di mappatura dei procedimenti, di verifica dei sistemi informativi, di quelli organizzativi e regolamentari.

Il Piano dovrà essere predisposto entro e non oltre il 18 febbraio 2015, data in cui scatteranno sanzioni per le amministrazioni che non rispetteranno la norma.

Relativamente all’impianto sanzionatorio applicabile, è intervenuta di recente anche l’Anci, rilevando che:

“a) di fatto, l’art. 24, comma 3-bis, impone un nuovo obbligo di pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni. L’effettività di tale pubblicazione dovrà essere quindi garantita dal Responsabile per la trasparenza dell’amministrazione (con tutte le responsabilità di cui agli artt. 43 e ss. D. Lgs. n. 33/2013);

informatizzazione

b) la disposizione in questione, inoltre, è attuativa dei diritti previsti dagli artt. 7, 63 3 65 del D. Lgs. n. 82/2005. Di conseguenza, nel caso in cui l’amministrazione non garantisse ai cittadini di fruire dei servizi in rete (ad esempio per l’inoltro di istanza), la mancata pubblicazione del programma sarebbe rilevante sotto il profilo della responsabilità dirigenziale (ai sensi dell’art. 12, comma 1-ter, D. lgs. n. 82/2005) in quanto denoterebbe la mancata adozione di tutte le cautele organizzative idonee ad erogare servizi on line di qualità. Trattandosi di una normativa in materia di servizi, si ritiene che la mancata adozione e pubblicazione del programma in questione potrebbe essere altresì censurata a mezzo di c.d. “class action” nei confronti della pubblica amministrazione (ai sensi del D. Lgs. n. 198/2009).

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Prof. Ugo Pagallo: Il diritto nell’età dell’informazione

Il diritto nell’età dell’informazione – Il riposizionamento tecnologico degli ordinamenti giuridici tra complessità sociale, lotta per il potere e tutela dei diritti.

Giappichelli Editore – Collana di informatica giuridica Digitalica.

Segnaliamo con grande piacere l’ultimo libro del Prof. Ugo Pagallo, ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Torino, nonché membro del Comitato scientifico della nostra associazione Csig Ivrea-Torino; si tratta di un’opera distribuita con Licenza Creative Commons. Attribuzione – non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Per scaricare il testo occorre registrarsi al sito dell’editore.

Abstract:

Fin dall’inizio della storia, le società umane hanno fatto uso delle tecnologie dell’informazione e pagallocomunicazione (ICT); a partire dalla fondamentale, la scrittura. Per la prima volta nella storia dell’umanità, le società contemporanee dipendono tuttavia dalle ICT e, in generale, dall’informazione come propria risorsa vitale. Il presente volume spiega come i sistemi giuridici siano venuti riposizionandosi di fronte alle profonde trasformazioni in atto. Ciò vale sia riguardo alle autorità che ai fattori di produzione normativa dell’ordinamento, come anche all’intento di reagire alle sfide della rivoluzione tecnologica con le armi stesse della tecnologia. Un esempio di scuola per cogliere questo mutamento in termini di governance, fonti del diritto e design normativo e istituzionale, è dato dalla protezione dei dati personali e con la tutela della privacy. Il diritto nell’età dell’informazione non è infatti che l’interfaccia che media queste due sfere: una nuova dipendenza tecnologica che innesca un’inedita interdipendenza sistemica.

 

Contributo Csig alla consultazione online sulla violenza di genere

Contributo CSIG Ivrea-Torino alla consultazione promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità

Csig, Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino, nella persona del presidente Avv. Mauro Alovisio, ha partecipato alla consultazione online sulla violenza di genere, promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità.

consultazione violenza di genere

Riportiamo di seguito il contributo:

Domanda: quali fonti di dati, in aggiunta a quelli forniti dalle amministrazioni giudiziarie e sanitarie, dal servizio “1522” (numero di pubblica utilità contro la violenza di genere e lo stalking), dalle Forze dell’ordine e dai Centri antiviolenza, sono da considerare utili ai fini della costituzione della suddetta “Banca dati”?

Risposta: L’acquisizione dei dati sulle violenze di genere costituisce una tappa fondamentale per interpretare, comprendere, prevenire e contrastare il fenomeno.

Occorrerebbe disporre, nel rigoroso rispetto della normativa privacy, di dati aggiornati, interoperabili ed in open data e stipulare, a tal fine, protocolli di intesa con Università, Centri di ricerca per individuare anche le migliori best practice a livello nazionale, europeo e mondiale.

Occorrerebbe focalizzare gli sforzi sui dati raccolti dai Nuclei di prossimità della polizia municipale, della Polizia postale, Prefettura e dei Centri Antiviolenza, Ordini professionali, CUG e consiglieri di fiducia e approfondire i profili su dove e in quale contesto si siano verificati gli episodi di violenza di genere e quale sia il profilo sociologico degli autori delle violenze.

consultazione violenza genere1

Occorre inoltre fare sistema con tutte le associazioni del Terzo settore particolarmente attive sulle tematiche della violenza di genere.

Si ritiene strategico pubblicare, in un’ottica di trasparenza, anche i dati sui finanziamenti e sui Centri Antiviolenza.

Mauro Alovisio, presidente associazione Centro Studi di Informatica Giuridica di Ivrea Torino

Open Government Partnership 2014-2016

Secondo Piano d’azione nazionale Open Government Partnership (OGP) 2014-2016

L’Open  Government  Partnership  (OGP)  è un’iniziativa  multilaterale  dei  Governi  per  la promozione di politiche innovative che rendano le istituzioni pubbliche più aperte e responsabili, realizzando la trasparenza della PA ‐ pubblica amministrazione,  la  lotta  alla  corruzione  e  i principi  della  democrazia  partecipata.  L’OGP  è nata nel 2011 ed è passata da 8 a 64 membri in tre  anni:  i  Governi,  sottoscrivendo  la Dichiarazione  sull’open government,  si impegnano a realizzare gli obiettivi dell’OGP attraverso  alcune  iniziative,  sintetizzate  in  un Piano d’azione, il cui contenuto è stabilito in modo partecipato con  la società civile.

open government

Le azioni di open government  previste nel primo Piano d’azione italiano includevano misure per la  trasparenza,  l’integrità,  la  semplificazione  e politiche  di open data  e a sostegno della collaborazione  e  partecipazione  dei  cittadini all’attuazione delle politiche pubbliche.

Il secondo Piano d’azione OGP è il risultato di un processo di collaborazione e partecipazione che ha  visto  rappresentanti  del  Dipartimento  della funzione  pubblica,  dell’Agenzia  per  l’Italia digitale  (AgID)  e  dell’Autorità  nazionale anticorruzione (A.N.AC.), confrontarsi e lavorare con rappresentanti del la società civile per l’elaborazione e la stesura del documento. Rappresentanti  della  società civile e delle PA hanno raccolto idee, opinioni, suggerimenti ed individuato criticità nelle aree considerate.  Le  aree  tematiche  su  cui  si  è sviluppata  la  discussione  sono:  partecipazione; trasparenzainnovazione  tecnologica integrità ed accountability.
Una bozza del Piano è stata pubblicata on line ed è stata attivata una consultazione pubblica al fine  di  ricevere  un feedback  da parte degli stakeholder della  PA  attraverso  il  portale Partecipa!. La consultazione si è svolta dal 4 al 21 novembre 2014 e ha visto la partecipazione di 40 utenti che hanno espresso 174 voti e 60 commenti.

Csig Ivrea Torino ha partecipato alla consultazione con i seguenti contributi del presidente Avv. Mauro Alovisio e della Dott.ssa Paola Chiesa:consultazione

– appurato che non sono risultate efficaci scadenze e ipotesi di sanzioni, occorre cambiare tattica e e strategia: proporre riduzioni fiscali ed incentivi per i comuni che rilasciano dati open data, possibilità di attivare borse di studio e convenzioni con Centri di ricerca e pubblicare on line i dati connessi ai servizi erogati e puntare al settore turistico e culturale per i quali saranno pianificati finanziamenti europei;
– prevedere un raccordo sinergico fra le varie iniziative di rilascio dei dati a livello dei Comuni con il coinvolgimento dell’Anci al fine di evitare frammentazioni, dispersione di risorse, ridondanze e duplicazioni;

– prevedere l’obbligo di pubblicare on line la cassetta degli attrezzi open data (iter, linee guida, policy, valutazione di impatto privacy, licenze) per il rilascio dei dati ai fini di promuovere la replicabilità delle best practice;

– prevedere la normalizzazione tecnica e l’armonizzazione funzionale di tutti i dati rilasciati dalle PA;

– prevedere l’istituzione di un “numero verde open data” a supporto di aziende e cittadini, per la segnalazione di reiterate inefficienze tecniche e/o funzionali riscontrate sui portali open data;

– attivare forme di consultazione on line e di ingaggio con la popolazione (anche sui social media) al fine di individuare i data set da pubblicare on line;

– prevedere all’interno delle organizzazioni l’obbligo di organizzare la giornata della trasparenza aperta alla cittadinanza, imprese e associazioni, altri enti pubblici con una specifica sessione sugli open data; illustrare le linee guida e policy in materia ed il rilascio dei dati con relativa pubblicazione on line dei report di sintesi e video con relativo form di commenti;

-promuovere concorsi di idee sugli open data nelle scuole;

– attivare partnership e convenzioni con le università e centri di ricerca.

A questo link si può trovare il secondo Piano d’azione OGP nazionale che è stato pubblicato nel dicembre 2014.

 

Contributo Csig alla consultazione sulla crescita digitale

Contributo Csig Ivrea-Torino al Piano AgID “Crescita digitale”

La Presidenza del Consiglio, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia Digitale e all’Agenzia per la Coesione, ha predisposto i piani «Piano nazionale Banda Ultra Larga» e « Crescita Digitale» per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale, nell’ambito dell’Accordo di Partenariato 2014-2020.

digitaleLa consultazione pubblica si è conclusa il 20 dicembre 2014.

Csig Ivrea-Torino ha partecipato nelle persone del Presidente, Avv. Mauro Alovisio, e della Dott.ssa Paola Chiesa, con particolare focus sulle azioni infrastrutturali trasversali (patrimonio ICT, data center e cloud), sugli open data, sulla sanità digitale e sui programmi di accelerazione.

E’ disponibile il report della consultazione, comprensivo dei dati sulla partecipazione, delle statistiche relative ai commenti, dei testi e commenti della consultazione.

In data 31 dicembre 2014 si è poi conclusa la consultazione AgID in materia di open data, alla quale Csig Ivrea-Torino ha partecipato insieme a APIHM, Associazione Privacy and Information Healthcare Manager, sottolinenado l’opportunità di promuovere, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, il rilascio di determinate categorie di data set pubblici in modalità open data.

Il testo del contributo inviato è disponibile a questo link.